l'arte della tradizione - la tradizione in una mano...
E' un dolce tipico napoletano ed è in pratica un fagottino ripieno di uva passa moscatella (o fichi secchi, in alternativa) e buccia d’arancia
candita tagliata a cubetti; il tutto avviluppato in foglie di limone e cotto al forno.
La radice etimologica del termine richiama l’immagine dell’avvolgere una foglia "folium volvere"
attorno ad un ripieno; o quella di un sacchetto "folliculus" che racchiude un ripieno…
Che sia funzione o concetto, il follarello è un sincero atto d’amore!
La ricetta, risale al periodo dell’antica Roma, quando venivano utilizzate le foglie di fico, platano
o vite; il procedimento prevede che l’uva - oppure i fichi - siano bolliti nel vino bianco, per essere
poi miscelati con l’arancia candita e chiusi nelle foglie di limone con un filo di rafia - una fibra
vegetale. Leggenda narra che in Penisola, le mogli dei marittimi fossero specializzate nella
preparazione di questi deliziosi fagottini che nell’immaginario collettivo, contribuivano a
rafforzare il sistema immunitario dei naviganti, preservandoli dallo scorbuto, oltre che sostenerli
emotivamente nei momenti di forte difficoltà, in solitudine, lontani da casa. La tradizione - a Napoli e provincia - vuole che i follovielli si mangino al termine del pranzo di
Natale, insieme alla famiglia riunita.
Oggigiorno DEIA rappresenta una delle esclusive realtà locali, nella produzione dell’autentico
Folloviello, sia per il mercato nazionale che per l’esportazione; è titolare del marchio registrato,
e coperto da copyright.